Il sostegno della Fondazione all’Ospedale Luisa Guidotti

L’Ospedale Luisa Guidotti di Mutoko, diretto dal nostro concittadino dott Massimo Migani, è dotato di 120 posti letto e serve una utenza pari a 8.867 cittadini. Esso è però riferimento per alcune cliniche del distretto su cui insiste che consta di 62.000 abitanti. Sono attualmente 116 gli operatori, sanitari e non, dell’ospedale.

L’attività svolta nel 2019 e i progetti 2020

Nel corso del 2019 sono stati 1753 i ricoveri e 24.633 le prestazioni per pazienti esterni non ricoverati. Nell’ospedale ci sono stati 854 parti di cui 103 conclusisi con taglio cesareo.

Nel 2019 la Fondazione Marilena Pesaresi ha contribuito con fondi propri provenienti da donazioni private e da altre Associazioni e Fondazioni (Associazione Campo Lavoro Missionario, Fondazione Mission Bambini Onlus) al finanziamento/cofinanziamento di numerosi progetti proposti dalla direzione dell’ospedale.
Tra questi il progetto “Sostegno Emergenze dell’Ospedale” ( cofinanziamento di stipendi del personale, biglietti aerei per medici che si sono recati a lavorare là, acquisto di carburante/diesel, manutenzioni varie ), il progetto “Sostegno del Laboratorio”, il progetto “Operazione Cuore”, il progetto “Borsa di studio Melucci”, ecc…  .

Al di là del supporto all’ospedale in termini finanziari, importantissima è stata nel 2019 la collaborazione degli amici del gruppo di Castelvecchio di Savignano e dell’architetto Giovanni Arcangeli che hanno prestato la loro opera di fattiva, concreta collaborazione, effettuando importanti lavori di ristrutturazione dell’ospedale e che continuano con grande slancio, anche da remoto, a supportarne l’attività.

Anche per il 2020 il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Marilena Pesaresi, presieduto dal Dott Leonardo Cagnoli, ha deliberato un finanziamento dei progetti proposti dal dott Migani, che sostanzialmente ricalcano quelli del 2019 ed è stata già versata una prima tranche di euro 57.259. Successivamente la Fondazione ha attivato una serie di iniziative volte a sostenere l’ospedale nelle sue azioni tese a fronteggiare una eventuale epidemia da Coronavirus.   

Il Covid-19 è arrivato anche a Mutoko

Come tutti sapete, dal mese di febbraio 2020, la situazione mondiale è cambiata e come anticipato in un post pubblicato sul sito della Fondazione il 22 aprile u.s., il Covid-19 è arrivato anche in Zimbabwe.
Il dott Migani, in previsione del possibile coinvolgimento dell’area in cui sorge l’ospedale e dei territori limitrofi, ha dato il via a numerose mod
ifiche strutturali ed organizzative dell’ospedale.

Le modifiche strutturali ed organizzative all’ospedale

E’ stato sostanzialmente vietato l’accesso di estranei all’area di degenza e gli ambulatori per pazienti esterni sono stati spostati nella prima linea esterna dell’area ospedaliera per evitare che pazienti ambulatoriali, potenzialmente infetti, contagiassero le aree di degenza ospedaliera.

L’area del reparto di Medicina donne ( 20 posti letto ) è stata trasformata in area di isolamento per sospetti positivi con via di ingresso e di uscita dal reparto separate, docce vicino all’uscita per il personale, operatori che raccolgono i materiali di vestizione in appositi contenitori per poi portarli  a sanificare.

Sono stati creati 14 posti letto in totale isolamento per pazienti infetti, con camere a pressione negativa create appositamente con tecnologia approntata in loco con l’aiuto dell’ingegner Ceccopieri.
Si è istituita una sala parto indipendente per pazienti gravide Covid-19 positive, separata da quella per pazienti non infette.

Informazione e formazione del personale

Particolare attenzione è stata data alla informazione e formazione del personale sanitario e non con illustrazione di protocolli riguardanti anche l’uso corretto del materiale di protezione e relative simulazioni: nella difficoltà di trovarne di tipo monouso ( oltretutto molto costoso ) si è privilegiato l’uso di materiale lavabile e sanificabile.

Prima del lockdown si è pensato di facilitare il ricongiungimento familiare per 116 operatori sanitari e non che abitano nell’area adiacente all’ospedale per ottenere una consapevole e controllata salvaguardia delle famiglie ( la famiglia in Africa è importantissima! ) in vista di una possibile ondata di infezioni. Il tutto accompagnato, anche in questo caso, da una capillare informazione sulle problematiche legate al virus e da una formazione altrettanto capillare sulle necessarie condotte da attuare.

L’approvvigionamento del cibo presso il mercato di Mutoko, distante 25 chilometri, per il personale dell’ospedale e le relative famiglie, è stato organizzato con un acquisto cadenzato fornendo al personale la possibilità di recarsi in sicurezza e  in modo programmato utilizzando veicoli dell’ospedale ed evitando di utilizzare improvvisati trasporti pubblici.

Attività sul territorio per individuare i contagiati

Dopo aver cercato di mettere in sicurezza l’ospedale e di avere informato e formato il personale, l’approccio che il dott Migani e il suo gruppo hanno cercato di mettere in atto a seguito delle esperienze positive e negative emerse negli altri paesi del mondo, è stato indirizzato verso una serie di iniziative volte a contenere la diffusione del virus nella vasta area territoriale al di fuori dell’area ospedaliera. Abbiamo visto in Italia e nel mondo quanto sia importante una efficace medicina del territorio.

Ebbene, il dott Migani e i suoi collaboratori hanno portato il messaggio informativo e formativo anche a livello delle sette cliniche del distretto e anche nei principali villaggi periferici (in accordo con i capi villaggio) e ha coinvolto nell’operazione numeroso volontari del territorio che fungono da osservatori locali. Hanno cioè cercato di rafforzare la rete territoriale con lo scopo di identificare e isolare i contagiati fin dai primi sintomi.

Le iniziative intraprese, anche sul territorio, sono valse l’apprezzamento della Sanità dello Zimbabwe con l’accordo che l’ospedale potrà, si spera dal mese di giugno, effettuare ed esaminare i tamponi isolando i pazienti in loco senza farli spostare verso l’ospedale se non strettamente necessario.

Grazie per sostegno anche in questo momento!

A seguire la lettera di ringraziamento del dott. Migani al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Marilena Pesaresi per il contributo da essa dato in termine di donazioni di materiale sanitario e di consigli.

Nella speranza che il Covid-19 risparmi un Paese già in gravissima crisi e con severi problemi di assistenza sanitaria e con esso l’ospedale Luisa Guidotti, vi saremo tutti grati per ogni intervento che vorrete fare attraverso la Fondazione Marilena Pesaresi o in qualunque altro modo in favore della nostra piccola Rimini in Zimbabwe.

La lettera di ringraziamento del dott. Massimo Migani

Gent.mi membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Marilena Pesaresi Onlus,

con la presente sono a ringraziarvi immensamente per l’importante aiuto che ancora una volta ci avete generosamente donato, nonostante le difficoltà che state affrontando in Italia a causa del Nuovo Coronavirus. Come sempre non ci fate mancare tutto il vostro affetto e sostegno ed è con commozione che vi ringrazio a nome di tutto il personale, perché grazie al vostro aiuto l’ospedale sarà meglio attrezzato per fronteggiare l’emergenza COVID19 che ha recentemente colpito anche lo Zimbabwe.

La vostra donazione di materiale sanitario ci permetterà di garantire servizi essenziali per la comunità in maggiore sicurezza per gli operatori sanitari e con un’ottica di sostenibilità, essendo stati in grado di focalizzare l’attenzione su materiale di protezione per lo più riutilizzabile.

Accompagnandovi con la nostra gratitudine e la nostra preghiera per tutti voi, le vostre famiglie e l’Italia intera, in questo momento così delicato per l’Italia e per la popolazione di tutto il mondo, vi porgo i più cordiali saluti e sentiti ringraziamenti.

In fede,

Il Direttore
Dr Massimo Migani